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Studio EU sugli effetti del 5G sulla salute

Si tratta di un lavoro pubblicato nel 2021 da Fiorella Belpoggi e dal suo team, l’originale è inglese, quindi se si decidesse di pubblicarlo è meglio la traduzione francese per i ticinesi.

Contenuto dello studio (2011-2020)

Effetti sulla salute dei topi:

– Effetti non termici- Prove di cancerogenicità- Effetti sulla riproduzione e lo sviluppo- Effetti sulla fertilità maschile a dipendenza dalla distanza dell’antenna (con l’analisi dello sperma)

Opzioni politiche: – Scegliere nuove tecnologie per i cellulari, in grado di ridurre l’esposizione alle onde- Proseguire le ricerche per valutare gli effetti a lungo termine- Fare campagne di informazione alla popolazione affinché tutti siano informati e abbiano capito

A supporto cita inoltre numerosi altri studi fatti in Ungheria, Polonia, Norvegia, Israele, Cina, ecc. 

Qui invece un RIASSUNTO PIÙ PARTICOLAREGGIATO:

“Stato attuale delle conoscenze sui rischi cancerogeni e riproduttivi/sviluppati legati al 5G, ricavati da studi epidemiologici e sperimentali in vivo”.

Questo studio è stato redatto dalla dott.ssa Fiorella Belpoggi, PhD, IATPF, Istituto Ramazzini, Bologna (Italia), su richiesta del Panel for the Future of Science and Technology (STOA) e gestito dall’Unità di previsione scientifica, all’interno della Direzione generale dei servizi di ricerca parlamentare (EPRS) del Segretariato del Parlamento europeo.

L’imminente diffusione delle reti mobili 5G garantirà velocità di banda larga mobile significativamente più elevate e un uso sempre più diffuso dei dati mobili. Le innovazioni tecniche comprendono un diverso sistema di trasmissione (MIMO: utilizzo di antenne con più ingressi e uscite), la trasmissione o la ricezione di segnali direzionali (beamforming) e l’utilizzo di altre gamme di frequenza. Allo stesso tempo, si prevede che l’esposizione delle persone e dell’ambiente ai campi elettromagnetici (CEM) cambierà.

Oltre a quelle utilizzate finora, le bande pioniere del 5G identificate a livello europeo hanno frequenze di 700 MHz, 3,6 GHz (da 3,4 a 3,8 GHz) e 26 GHz (da 24,25 a 27,5 GHz). Le prime due frequenze (FR1) sono simili a quelle utilizzate per le tecnologie 2G-4G e sono state oggetto di studi epidemiologici e sperimentali per vari endpoint (tra cui la cancerogenicità e gli effetti sulla riproduzione e sullo sviluppo), mentre le frequenze a 26 GHz (FR2) e superiori non sono state adeguatamente studiate per gli stessi punti finali.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i CEM a radiofrequenza (RF) come “possibilmente cancerogeni per l’uomo” (Gruppo 2B) e ha recentemente raccomandato la rivalutazione dell’esposizione a RF “con alta priorità” (IARC, 2019). Dal 2011 sono stati condotti numerosi studi, sia epidemiologici che sperimentali. Questa revisione affronta le attuali conoscenze sui rischi cancerogeni e riproduttivi/di sviluppo delle radiofrequenze sfruttate dal 5G.

Esistono diversi studi sperimentali ed epidemiologici in vivo sulle radiofrequenze nella gamma di frequenze più basse (da 450 a 6000 MHz), che comprende anche le frequenze utilizzate nella rete cellulare a banda larga delle generazioni precedenti, ma pochissimi (e inadeguati) nella gamma di frequenze più alte (da 24 a 100 GHz, onde centimetriche/millimetriche).

© foto – www.rosaperlavita.org

La valutazione mostra che 

1) 5G FR1 (700 e 3600 MHz): 

a) prove limitate di cancerogenicità negli studi epidemiologici;
b) prove sufficienti di cancerogenicità nei test biologici sperimentali;
c) prove limitate di effetti avversi sulla riproduzione/sviluppo nell’uomo; 
d) prove sufficienti di effetti avversi sulla riproduzione/sviluppo negli animali da laboratorio. 

2) 5G FR2 (24,25-27,5 GHz): 
la revisione sistematica non ha rilevato studi adeguati, né nell’uomo né negli animali da laboratorio.

CONCLUSIONI 

1) Cancro: FR1 (450-6000 MHz): I CEM sono probabilmente cancerogeni per gli esseri umani, causando in particolare gliomi e neurinomi acustici; FR2 (da 24 a 100 GHz): Non sono stati condotti studi adeguati su frequenze superiori. 

2) Effetti sullo sviluppo riproduttivo: FR1 (da 450 a 6000 MHz). Queste frequenze probabilmente influenzano la fertilità negli uomini e forse anche nelle donne. Possono avere effetti negativi sullo sviluppo di embrioni, feti e neonati; FR2 (da 24 a 100 GHz): Non sono stati condotti studi adeguati sugli effetti non termici delle frequenze più elevate.

RIASSUNTO dello studio che trovate e potete scaricare in francese e/o in inglese dal sito del Parlamento Europeo con questo link.
https://www.europarl.europa.eu/stoa/en/document/EPRS_STU(2021)690012

Qui il link del PDF in francese.
https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2021/690012/EPRS_STU(2021)690012_FR.pdf