Incontro con la Prof.sa Daniela Caccamo membro del Supporto Sanitario Scientifico di A.I.E.
Questa intolleranza elettromagnetica ricorda l’intolleranza al lattosio e al glutine, soprattutto nella visione diffusa della psicosi collettiva. Va notato che l’intolleranza alimentare ha richiesto molto tempo per essere dimostrata. Inoltre, l’ipotesi psicologica è stata percepita come una negazione dei disturbi fisici degli intolleranti alimentari, e questo è ciò che troviamo tra coloro che si definiscono elettrosensibili. Oltre ai sintomi fisici reali, c’è l’esposizione a giudizi accusatori.
Caratterizzata da questi sintomi, l’ipersensibilità magnetica (MHS) non è attualmente riconosciuta come malattia dall’OMS. Tuttavia, ci sono paesi che riconoscono la MHS come malattia o disabilità, come la Svezia, la Germania e l’Inghilterra. In assenza di prove scientifiche che colleghino i sintomi all’esposizione ai campi magnetici, l’OMS preferisce mantenere le distanze. Sebbene non corrisponda ad alcuna sindrome nota, l’ipersensibilità magnetica presenta tuttavia sorprendenti analogie con la sensibilità chimica multipla (MCS), ossia l’esposizione a sostanze chimiche. Sebbene gli studi in cieco non mostrino una chiara correlazione tra i sintomi e l’esposizione alle onde, essi giustificano questi sintomi con motivazioni ambientali o psichiatriche. Questo è il caso dei ricercatori Cordey e Rossi, che percepiscono la comparsa dei sintomi come una forma di auto-avvelenamento. In altre parole, il desiderio di “riconfigurare il proprio rapporto con lo spazio e i propri stili di vita”. In una situazione di sofferenza sociale, il paziente sarebbe “stanco di stare in società” e svilupperebbe sintomi che gli permettono di rispondere al suo bisogno di isolamento.
Prof. Med. Oncologo Dominique Belpomme, considerato un fervente difensore del riconoscimento dell’EHS, parla di “negazione scientifica” e critica la legittimità degli studi condotti. Infatti, i comprovati problemi di memorizzazione dei pazienti falsano i risultati, in quanto non possono rispondere correttamente ai questionari. Inoltre, gli studi non tengono conto “dei periodi di latenza, degli altri parametri ambientali coinvolti e del fatto che si tratta di fenomeni cumulativi”. Nel corso delle sue ricerche, l’oncologo ritiene di aver individuato dei marcatori ematici nei suoi pazienti, ma riconosce che ad essi potrebbe essere attribuita un’altra causa.
L’associazione Robin des Toits, con Etienne Cendrier come portavoce, espone un altro problema nel dibattito sulla realtà di questa patologia. Secondo l’associazione, gli studi condotti sono in conflitto di interessi con l’industria telefonica, che avrebbe speso diversi miliardi di dollari in ricerche sui rischi delle proprie tecnologie. Cendrier parla di “scandalo sanitario della telefonia”. Che si tratti di una teoria del complotto o di un campanello d’allarme, non si può che concordare con lui sull’importanza di condurre ricerche indipendenti.
A questa opinione fa eco un ricercatore specializzato in questo settore, Olle Johansson, al quale è stato recentemente revocato il budget per la ricerca. Egli dichiara a Le Monde di essere stato allontanato dal progetto di Göteborg (in Svezia) dopo aver fatto una scoperta sorprendente sulla specificità dei sintomi dermatologici sviluppati dai pazienti osservati.
In assenza di prove scientifiche, tutti sembrano concordare sulla necessità di applicare il “principio di precauzione” e di fare appello alla “responsabilità individuale”. Che cosa significa? La ricerca scientifica deve continuare e l’esposizione ai campi elettromagnetici deve essere limitata. Nella vita di tutti i giorni, il consiglio è di limitare l’uso dei telefoni cellulari (soprattutto per i bambini) e di privilegiare l’uso di una connessione via cavo sia per Internet che per il telefono fisso. La mobilità della tecnologia porta un certo comfort, ma in questo caso aumenta i rischi per la salute. {…}
Sebbene il nesso causale tra le onde e i sintomi registrati rimanga incerto, la realtà di questi sintomi non è in dubbio, così come i rischi cancerogeni causati da queste onde. Sebbene manchino prove scientifiche inconfutabili, è comunque scientificamente dimostrato che le onde possono effettivamente alterare i meccanismi biologici umani. È necessaria una prova scientifica inconfutabile per riconoscere un malessere molto reale?